GAA è la causa di sintomi
neurologici finora inspiegati
GIOVANNI
ROSSI
NOTE E NOTIZIE - Anno XX – 11 febbraio
2023.
Testi
pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di
Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie
o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione
“note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati
fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui
argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione
Scientifica della Società.
[Tipologia del testo: AGGIORNAMENTO/DIBATTITO]
Nella pratica internistica non è rarissimo il caso
di sintomi neurologici sfumati, non configuranti una precisa entità nosografica
all’accertamento specialistico, ma che gli esami di laboratorio consentono di
ricondurre a insufficienza renale o epatica. Il nesso di causalità molecolare di
questo effetto tossico sul sistema nervoso centrale non è mai stato stabilito,
anche se sono state avanzate e verificate varie ipotesi. Manifestazioni
cliniche neurologiche simili si hanno anche per difetti di enzimi del ciclo
dell’urea o di enzimi che intervengono nella sintesi di ornitina. In tutti
questi casi è in questione l’azoto, per difetto di escrezione o per alterazione
del processo enzimatico di trasformazione dei composti.
Meera Pratap, Gerald S. Lipshutz e colleghi di un team che ha indagato vari
problemi neurochimici hanno focalizzato l’interesse sui deficit dell’enzima guanidinoacetato N-metiltransferasi (GAMT), nei quali il
composto guanidinico guanidinacetato
(GAA) aumenta vertiginosamente di concentrazione e i suoi livelli diventano
molto alti anche nel fluido cefalorachidiano (liquor), determinando un
passaggio nel parenchima neurogliale del sistema nervoso centrale. I sintomi
neurologici dei pazienti con difetto di GAMT sono attribuiti proprio all’acido guanidinacetico (GAA) che disturba la fisiologia neuronica.
Il GAA è sintetizzato dall’enzima arginina-glicina amidinotransferasi (AGAT), un enzima promiscuo che non
traferisce il gruppo amidinico solo dall’arginina
alla glicina, ma anche alle amine primarie, ad esempio al GABA (acido γ-aminobutirrico)
e alla taurina, producendo acido γ-guanidinbutirrico
(γ-GBA) e acido guanidinoetansulfonico (GES),
rispettivamente. Prendendo le mosse da questi presupposti, Meera
Pratap e colleghi hanno seguito un percorso
sperimentale che ha consentito loro di individuare le cause molecolari dei
sintomi neurologici che compaiono per insufficienza epatica o renale come nei
difetti enzimatici del ciclo dell’ornitina o della sintesi dell’urea.
(Pratap M. et al., Guanidinoacetate (GAA) Is a Potent
GABAA Receptor GABA Mimetic: Implications for Neurological Disease
Pathology. Journal
of Neurochemistry – Epub ahead of print doi: 10.1111/jnc.15774, 2023).
La provenienza degli autori è la seguente: Department of Neurobiology, University of
California, Los Angeles, CA (USA); Semel Institute
for Neuroscience, University of California, Los Angeles, CA (USA); Intellectual
and Developmental Disabilities Research Center, University of California, Los
Angeles, CA (USA); Molecular & Medical Pharmacology, University of
California, Los Angeles, CA (USA); Department of Surgery, University of California,
Los Angeles, CA (USA).
Studi elettrofisiologici classici del complesso
recettoriale GABAA hanno rivelato il suo ruolo nell’aumentare la
conduttanza di membrana con un potenziale di equilibrio (EGABA) prossimo
al livello di riposo di – 70 mV. Questo aumento di
conduttanza spesso è accompagnato da una iperpolarizzazione di membrana,
risultante in un incremento della soglia di depolarizzazione e,
conseguentemente, in una riduzione della probabilità di avvio del potenziale d’azione,
dando luogo all’inibizione funzionale del neurone. Questa riduzione della
resistenza di membrana è raggiunta mediante la facilitazione GABA-dipendente
del flusso in entrata degli ioni Cl- attraverso il canale che
è parte del recettore pentamerico GABAA.
I dati elettrofisiologici indicano l’esistenza di
due siti di riconoscimento per il GABAA. L’aumento della
concentrazione del GABA accresce il tempo di apertura del canale; l’incremento
di permeabilità di questi recettori è transitorio, pur nella continua presenza
di agonisti. Questo fenomeno è noto come desensibilizzazione ed è rapidamente
reversibile.
Meera Pratap, Gerald S. Lipshutz e colleghi hanno rilevato e dimostrato che GAA, γ-GBA
e GES presentano similarità strutturali col GABA (acido γ-aminobutirrico),
il neurotrasmettitore inibitorio per eccellenza del cervello, e sono in grado
di evocare nelle cellule dei granuli del cervelletto, in sezioni sottili di tessuto
di encefalo di topo, correnti mediate dal recettore GABAA (GABAAR),
mentre creatina [GAA metilata] e arginina non si sono mostrate in grado di
suscitare correnti discernibili. I ricercatori hanno anche rilevato che GAA, γ-GBA
e GES sono in grado di spiazzare il radioligando ad alta
affinità per i siti GABA [3H]muscimolo in omogenati di GABAAR
dal cervello intero.
La sperimentazione ha poi dimostrato che, mentre γ-GBA
e GES sono agonisti gabaergici e spiazzano il [3H]muscimolo (EC50/IC50
tra 10 e 40 μM), GAA si distingue come particolarmente
potente sia nell’attivare i GABAAR (EC50 ̴ 6 μM)
sia nello spiazzare il ligando GABAAR [3H]muscimolo (IC50
̴ 3 μM)
a concentrazioni fisiopatologicamente rilevanti.
Questi risultati sottolineano il ruolo di un GAA sostanzialmente
elevato quale agente neurotossico primario nella deficienza di GAMT. E i
ricercatori discutono il ruolo potenziale di GAA nel deficit di arginasi (e del trasportatore della creatina) che presenta
un aumento molto più modesto nelle concentrazioni di GAA, ma condivide la neuropatologia
unica di ipereccitabilità con il deficit di GAMT.
Sulla base di questi risultati i ricercatori hanno
potuto ricostruire l’origine molecolare della sintomatologia neurologica: l’attivazione
ortosterica dei recettori GABAAR da parte
di GAA, e potenzialmente da parte di altri composti guanidinici
(GC) GABAAR-mimetici come γ-GBA e GES, interferisce con la
normale trasmissione GABAergica, cui è affidata la regolazione di circuiti e reti
dell’encefalo, causando o contribuendo in tal modo alla neurotossicità
generatrice di sintomi.
L’autore della nota ringrazia la dottoressa Isabella Floriani per la correzione della bozza e
invita alla lettura delle recensioni di argomento connesso che appaiono nella sezione “NOTE E NOTIZIE”
del sito (utilizzare il motore interno nella pagina “CERCA”).
Giovanni Rossi
BM&L-11 febbraio 2023
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